Domenica 10 giugno ore 15.30 e 17.15 (in continuato)
Natura in movimento: paesaggi di teatrodanza
COS’È: il “Giardino delle sculture fluide” di Giuseppe Penone trasformato in palcoscenico
Danzatori e coreografi italiani e internazionali dialogano con il luogo, l’architettura si a arricchisce dell’elemento
performativo e la creazione si alimenta delle caratteristiche del luogo stesso. La danza contemporanea irrompe
nello spazio fisico e mentale, creando nuovi immaginari.
Kubilai Khan Investigations – COMME LA MAIN S’ENROULE
http://www.kubilai-khan-investigations.com
Il coreografo francese Frank Micheletti, esplora le sensazioni che un corpo in movimento può generare in
relazione alla forza di gravità e al contrasto tra il forte radicamento al suolo e l’aspirazione al volo, esattamente
come un albero che porta con sé uno straordinario potere ascensionale.
Zerogrammi – FARE ALBERO
http://www.zerogrammi.org
I corpi in tensione di Silvia Battaglio, Chiara Guglielmi, Stefano Mazzotta e Chiara Michelini, Compagnia
Zerogrammi, si predispongono a uno stillicidio dell’immobilità che rasenta il sacrificio: con serenità, gli artisti
torinesi si privano dell’irrefrenabile desiderio al movimento per accogliere, al contrario, l’attesa del niente, il
silenzio ascetico, con tutte la inevitabili grottesche ironiche conseguenze del caso.
Marta Bevilacqua – DAFNE per una mitologia urbana
http://www.arearea.it
Uno scorcio più filosofico è quello proposto da Marta Bevilacqua: un’incursione contemporanea nel mito di questa
figura selvaggia trasformata in alloro per fuggire all’amore di Apollo. In questo caso, il linguaggio della danza
restituisce vita a una storia antica, attraverso il colore, il gesto e la potenza della natura: un’irrazionalità propria
del mito che ricerca le tracce della natura nel mondo artificiale.
A completare il percorso troverete STUDI IN DÉPLACÉ, coreografia di Caterina Mochi Sismondi della Compagnia blucinQue ed EFFETTO SERRA della Compagnia Tecnologia Filosofica.
Lo spettatore, nel percorrere gli spazi cadenzati da riquadri precisi, in cui sono collocate le opere di Penone, come se si trovasse a transitare tra le stanze di un museo, ritrova un inusuale intreccio dei materiali più tipici del fare artistico – il bronzo, la pietra e il marmo – con gli elementi naturali. I corpi dei danzatori, sculture in movimento, a ritmi più vivaci o più calmi, alimentano la visione di fluidità che lo stesso Penone ha affrontato. Il concetto di integrazione della scultura nella natura e il mutamento delle materie nello scorrere del tempo, sono idee che fondano l’elaborazione de Il Giardino delle Sculture Fluide e allo stesso tempo, con l’intervento dei corpi in movimento, favoriscono anche la sensibilità al contemporaneo, fondendo armoniosamente la bellezza della natura e dell’arte, dell’antico con il contemporaneo, dell’uomo con l’universo.

